Il motivo floreale nell'arte del tappeto orientale

 

HEREKE

IL tappeto non è soltanto un importante e qualificato elemento  d’arredamento, ma spesso un’opera d’arte, espressione di diverse culture che affondano le loro radici in tempi molto remoti.

I popoli orientali , sognatori e contemplativi , sono portati dalla loro stessa natura a spontanee espressioni d’arte .Il tappeto, nella sua origine, non è destinato al commercio :esso rappresenta una produzione utilitaria per i bisogni del produttore e, in perfetta armonia con i gusti e con le tendenze orientali , deve essere trasmesso come  oggetto d’uso di generazione in generazione.
L’arte del tappeto , dunque , nell’ espressione dell’animo asiatico rappresenterà sempre il fiore eletto di quella millenaria atavica aspirazione  alla bellezza che fa parte del culto divino, perno di ogni azione umana.
Non per nulla Maometto immaginava il fiorito giardino dell’Eden sulla fresca vetta di un monte , ove zampillava una garrula fontana circondata da seggi coperti di variopinti tappeti.

Per antica tradizione i migliori e più grandi regali che gli Orientali si scambiarono tra loro erano sempre costituiti da tappeti , e ben lo sperimentarono anche le case regnanti  d’Europa che ricevettero in dono  preziosissimi tappeti dagli Scià , dai Califfi e dai Sultani .
Ai Dogi di Venezia ne furono omaggiati parecchi, e qualcuno si può ancora ammirare nel tesoro della Basilica di San Marco , dove , fra gli altri , si conservano quelli inviati nel 1603 e nel 1621 da Abbas il Grande al doge Marino Grimani . L’ambasciata del 1621 si svolse con tale splendore da indurre il Senato Veneto a tramandare la memoria per mezzo del noto dipinto di Gabriele Caliari , che oggi ancora orna la sala delle Quattro Porte di Palazzo Ducale .

Questi popoli con le loro culture, ci insegnano che il tappeto è come il giardino dell’eden, che entra nelle nostre case; e una casa senza tappeti, è come un giardino senza fiori.