I colori e le tinture naturali |
I colori nei tappeti antichi e vecchi possiedono un calore, un intensità ed un equilibrio tipici e unici di quest’arte, e ancor più del disegno ne sono l’elemento caratterizzante. Il loro fascino particolare è dovuto alle tinture naturali, vegetali e minerali oltre all'irregolare spessore del filato che assorbe il colore e riflette la luce in maniera non omogenea. Ogni nodo dello stesso colore ha quindi tonalità diverse, anche se minime, che conferiscono alla campitura un fascino, una vivacità contenuta e soprattutto una continua sensazione di vibrazione. I contrasti sono di conseguenza sempre pacati anche se netti, alternati in modo tale da non neutralizzare mai toni intermedi. I Tappeti prodotti da gruppi nomadi e seminomadi o abitanti in piccoli villaggi possiedono quindi una gamma cromatica in genere composta dai soli colori primari e limitata alle tinture disponibile nell’area circostante, alla conoscenza dell’arte tintoria tramandata di madre in figlia, oppure all’abilità del tintore del villaggio, spesso unico depositario dei segreti per produrre i colori più complessi. Molto più ricca la gamma dei colori delle manifatture cittadine che avevano a disposizione una numerosa manodopera specializzata e soprattutto un gran numero di tinture importate o reperite in luoghi lontanissimi. I Tintori nell’antichità rappresentavano una categoria a parte ed erano riuniti in corporazioni molto chiuse. La loro arte ad occhi estranei doveva apparire come un incrocio tra abilità e magia, un miracolo alchimistico piuttosto che un processo chimico. I misteri di quest’arte tramandati di padre in figlio e conservati gelosamente sono morti con loro. Per lo più si trattava di ebrei, la cui posizione indipendente rispetto alla società islamica li lasciava più liberi e disponibili a esperienze e viaggi nel corso dei quali si procuravano nuove sostanze e imparavano nuovi segreti. |